Premessa
La norma tecnica internazionale UNI EN ISO 17225 formalizza i requisiti generali e le specifiche dei combustibili solidi determinando le seguenti classi:
- pellet di legno
- bricchette (o tronchetti) di legno
- cippato di legno
- legna da ardere
- pellet non legnoso
- bricchette non legnose
La produzione non industriale di pellet commercializzato al dettaglio è soggetta al rispetto di alcuni obblighi di legge e, in forma volontaria, alla conformità normativa secondo quanto previsto dalla normativa UNI EN ISO 17225.
Produzione di biomassa: certificazioni e divieti
Partiamo da un assunto di base: nel nostro Paese non è obbligatorio certificare la produzione di Pellet.
Ciò nonostante, non è consentito commercializzare pellet in confezioni anonime in quanto occorre apporre un’adeguata etichettatura su ciascuna confezione ed è oltremodo vietato vendere pellet sfuso.
È importante sottolineare che anche la materia prima utilizzata deve rispettare alcune norme, prima fra tutte, l’essere naturale, ovvero non essere stata chimicamente trattata.
Date tutte le suddette previsioni, si osserva che molte aziende scelgono spontaneamente di sottoporre ad accurate analisi chimico-fisiche i propri prodotti.
Ciò avviene sia per garantire al cliente la massima sicurezza possibile e sia per certificare il rispetto dei requisiti qualitativi standard funzionali, spesso, ad una successiva richiesta di marchio certificato.
Certificazione del marchio
A livello europeo il settore del pellet trova una propria univoca espressione nell’associazione Bioenergy Europe. Il suo focus è lo sviluppo e la promozione di un mercato delle bioenergie equo e sostenibile. Al suo interno troviamo 41 associazioni e 143 compagnie.
Tra i suoi compiti rientra anche la stesura e promozione di schemi di certificazione riconosciuti internazionalmente.
Certificare il proprio marchio, oggi, significa assicurare al consumatore la qualità del prodotto che sta acquistando nonché il rispetto delle più aggiornate normative in materia di biomasse e non solo. Quando un’impresa intende produrre a livello non industriale il proprio pellet può quindi richiedere la certificazione in modo da potere immettere sul mercato il proprio prodotto garantito e correttamente certificato.
In Italia AIEL – Associazione Italiana Energie Agroforestali funge da gestore degli schemi e licenziatario dei due principali enti certificatori del settore: ENplus® per il pellet e Biomassplus® per legna da ardere, cippato e bricchette.
Produzione non industriale con pellettatrice
Produrre pellet, oggi, è una scelta non solo ecosostenibile ma sovente necessaria.
La crisi energetica in atto costringe sia le famiglie che le imprese a riorganizzare ed implementare il proprio approvvigionamento energetico. Per questo sono ormai ampiamente utilizzate le pellettatrici sia domestiche che professionali.
Pellettatrici domestiche
Un macchinario per uso domestico garantisce l’autoproduzione di pellet a patto che venga utilizzata una materia prima di qualità. Sono ritenuti adatti i residui agricoli, i rifiuti dell’industria del legno non trattati chimicamente, la legna vergine e le biomasse erbacee provenienti da vari tipi di scarti.
La sua produzione potrà variare dai 20 ai 60 kg all’ora e l’uso del prodotto ottenuto potrà essere solo ed esclusivamente di carattere personale, quindi non adatto alla vendita.
Pellettatrici professionali
Una pellettatrice professionale, a seconda del modello, potrà produrre dai 50 ai 90 kg di pellet a ora, fino ai 110 kg all’ora per i modelli più avanzati.
Ad incidere sulla produzione sarà oltre che la qualità del macchinario anche la qualità della materia prima e la temperatura di esercizio.
Conclusione
La normativa europea UNI EN ISO 17225 regolamenta questo settore in continua espansione.
Il suo rispetto e l’aderenza, seppur volontaria, alle indicazioni in essa contenute sono garanzia di qualità e sostenibilità delle biomasse prodotte.
Conformarsi ad essa significa inoltre gettare le basi per una futura registrazione del proprio marchio e certificazione del proprio prodotto che diverrà, in questo modo, commerciabile a livello europeo. Conoscere la normativa è per questo fondamentale in un quadro internazionale in continuo sviluppo.
Per qualsiasi ulteriore informazione non esitate a contattarci, saremo lieti di rispondere ad ogni vostra domanda ed aiutarvi nel percorso che riterrete opportuno fare.
di Daniela Stangalini
a cura di Daniela Pesce